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giovedì 10 marzo 2011

Le Piazze di Ascoli : un ambiente da vivere, un patrimonio da rispettare.


                    E' concordemente riconosciuto che le Piazze di  Ascoli rappresentano uno degli elementi fondamentali dell'immagine della città del travertino.
                   Amanti del bello, in  numero sempre maggiore,  hanno scoperto questi autentici tesori, che si rivelano per gli incantati visitatori come spazi dotati di un fascino  di gran lunga superiore a quello immaginato.
                   Così questi ultimi, se da una parte restano ammaliati  dalla magica armonia  di Piazza del Popolo, una delle più belle piazze del mondo, dall'altra  ammirano con stupore  l'imponenza e lo spazio metafisico di Piazza Arringo . Senza dimenticare che per il momento non possono  valutare l'importanza  di Piazza Ventidio Basso , di cui  solo in parte riescono a intuire il fascino  misterioso, ora non completamente espresso per la presenza tremendamente invasiva del traffico e delle auto in sosta.                       
                 Ma, quando anche questo angolo della città verrà riportato al primitivo splendore,   un altra gemma si aggiungerà a quelle che già ora    risplendono nel panorama  della città.
                    Tutto ciò è  vero. Ma  a questo punto nascono dei problemi. Alcuni ritengono, infatti, che  la bellezza e il fascino delle piazze in sé non sia sufficiente per  conferire prestigio alla città e per valorizzarla e che sia necessario, invece,  utilizzarle  nei modi più disparati  per ottenere   migliori risultati.
                   Niente di meno esatto . E' certo, infatti, che la maggior parte dei visitatori giunge ad Ascoli non tanto per  fruire delle manifestazioni più o meno interessanti, quanto per godere dall'armonia e dalla bellezza delle piazze e di quel suo “ unicum” architettonico, che sovente vede occupato e quasi nascosto da installazioni invasive, restandone così  perplessa e contraddetta..
                   E' necessaria ,pertanto,  una riconsiderazione complessiva  di queste problematiche pur   senza  assumere  un atteggiamento  intransigente e una posizione critica di totale chiusura e rigetto delle  proposte formulate e delle iniziative  prese.
                  Se   è vero , infatti , che  una città come Ascoli non si presta  a  diventare  meta di  flussi turistici di massa , il tanto famigerato “ turisdotto” , come quelli che stanno sostanzialmente distruggendo la fisionomia e il fascino di mete come Firenze e Venezia ,  non per questo  è da respingere l'idea della realizzazione di manifestazioni di carattere popolare     capaci di richiamare   numeri elevati di visitatori per  brevi visite. .
                  Ma ciò , a nostro parere , deve  essere una prima temporanea opzione . Per il futuro e in prospettiva, siamo convinti , infatti, che la nostra città debba qualificarsi per un diverso tipo di turismo , che potremmo chiamare “ turismo della conoscenza “ , e cioè  una forma di esperienza che   miri a  favorire la presenza di visitatori  disposti a trattenersi per più tempo nel nostro territorio per entrare in un sistema di relazioni e di scambi culturali in grado  di arricchire reciprocamente ospiti ed ospitanti.
                  E' evidente che si tratta di un processo complesso, che presenta    notevoli  difficoltà  e  richiede un forte   capacità di valorizzare tutte le  risorse culturali locali  , di tutelarle nella maniera più opportuna ,  di renderle fruibili  in maniera intelligente .
                 Ciò comporterà , oltre al consolidamento dell'offerta  universitaria già presente , una  ulteriore espansione di questa offerta , evitando di disperdere le energie in  altri settori di studio  , approfittando , invece , della presenza della Facoltà di Architettura  , per realizzare un vero e proprio “ Politecnico delle discipline architettoniche “ , coprendo con  metodo innovativo ed con  entusiastico fervore tutti  i campi  , praticamente  illimitati , che  questa branca di studi abbraccia .
                E qui non  ci vuole molto per pensare a una serie di Master e corsi post.laurea e di specializzazione capaci di richiamare ad Ascoli , che di per sé già si presenta come un autentico laboratorio,  allievi, docenti e specializzandi italiani e stranieri, utilizzando in maniera intelligente i tanti prestigiosi contenitori di cui è ricca la città .
               Non è necessario , pertanto , andare alla scoperta , di altri settori della conoscenza : il nostro giacimento è già presente in città, si tratta solo di valorizzarlo e renderlo fruibile..
                     E'  evidente , d'altronde, che questa scelta potrà dare  risultati ottimali se saremo in grado di migliorare la qualità della vita , in modo da creare le condizioni per attrarre  i soggetti più innovativi e  preparati. La realizzazione di un  “ Distretto Culturale “ , che  si fondi su una autentica Cultura del Territorio e si ponga l'obiettivo di tutelare, valorizzare e rendere fruibili  le risorse culturali presenti nella città e nel suo comprensorio è di certo un valida risposta a questa esigenza.
                    Le altre iniziative , episodiche, puntuali e  di   profilo non particolarmente elevato non  dovranno necessariamente scomparire.
                     Ma , se proprio si  intende realizzarle, si dovrà assolutamente evitare di  utilizzare per le stesse gli  spazi più pregiati del tessuto urbano del centro storico, consentendo l'installazione  di strutture invasive e di  forte impatto che  annullano completamente e violentano l 'armonia dei monumenti , dei luoghi , delle piazze , non avendo alcun riguardo nemmeno per quelli che, nel panorama della città, rappresentano i punti più qualificanti e rappresentativi della vita civile e religiosa .-
                   . Ci riferiamo in concreto al Duomo cittadino  , al Palazzo Vescovile e a quello del Comune : sovente baracche, tendoni , cartelloni pubblicitari vengono direttamente addossati a questi monumenti ,  ostruendone quasi l'accesso.
                    Senza voler considerare, inoltre, l'aspetto dissacrante della musica sparata ad altissimo volume, non si sa in quali limiti rispettosa delle norme vigenti circa i decibel permessi.
                    Un fatto è certo: questa situazione determina, specie per  Duomo di Sant'Emido,  una oggettiva limitazione della libertà di culto , creando le condizioni per un' oggettiva e concreta violazione di un diritto costituzionalmente garantito.
                   Non si sa , inoltre, quali possano essere i danni  potenzialmente arrecati alle strutture di monumenti  vetusti ed insigni, meritevoli di una tutela rigorosa .                                                                                                                                                                                                              
A nostro parere  si tratta di una situazione insostenibile e non  più sopportabile, a cui si deve porre rimedio immediatamente, senza farsi fuorviare dall'idea che tutto ciò viene realizzato a fin di bene   per ridare vitalità al centro storico.
                     E' evidente, infatti, che i risultati conseguiti in questo modo sono temporanei ed
effimeri. .
                   Le proposte da noi formulate , invece, sono di carattere strutturale e la loro realizzazione , anche se più complessa e difficile, consentirebbe  risultati migliori assicurando uno sviluppo culturale ed economico solido e duraturo oltre che compatibile con le caratteristiche e con il prestigio del contesto monumentale cittadino .
                   Corre , infine, l'obbligo di rilevare  che, al di là di questi aspetti  che attengono all'uso dei luoghi e degli spazi ,   nella gestione complessiva della città e dei suoi luoghi più rappresentativi, prevale una sorta di sostanziale sciatteria . Riteniamo, quindi, che prima possibile si debbano adottare dei criteri rigorosi per quanto riguarda il decoro , l'arredo , le forme di illuminazione ,  l' utilizzazione degli infissi.
                   Basti a riguardo vedere quanto si verifica nella nostra Piazza più famosa:  infissi di pessimo gusto senza l 'indicazione di criteri uniformi  e scientificamente corretti( si passa quindi da quelli anonimi  ad altri di  ridondante aspetto funerario) ,  ombrelloni sistemati a seconda delle scelte e preferenze degli operatori , sedie e poltrone di tutti i tipi e di tutti i materiali , insegne di cattivo gusto ,  luci sparate ad intermittenza   per richiamare l'attenzione dei clienti, colonne dei porticati neri di un'antica sporcizia  e da tempo non puliti etc etc .
                   Il documento della Sezione di Itala Nostra vuole essere un invito pressante ad affrontare  questi problemi che pure sappiamo di difficile soluzione..
                  Riteniamo, infatti,  che la bellezza della nostra città , che , ne abbiamo avuto ripetute conferme, viene da tutti indicata come una delle più belle e preziose  d'Italia e quindi del mondo , meriti una più attenta considerazione e maggiore rispetto


                  Per quanto ci riguarda confermiamo la nostra disponibilità a fornire tutta la collaborazione possibile per  la soluzione dei problemi che abbiamo segnalato. La stesura del presente documento vuole essere, in questo senso,  un primo concreto segnale .


                                      Il Presidente della Sezione di Italia Nostra
                                              ( Prof. Gaetano Rinaldi )


Piazza Sant'Agostino

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