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mercoledì 13 novembre 2013

Palazzo Sgariglia: non solo “ a futura memoria”.


Dopo vari tentativi sembra che finalmente stia per giungere a termine la lunga telenovela del Palazzo Sgariglia e, come prevedibile,  l'esito finale della vicenda è quello  meno rispettoso dei valori e della storia di questo importante edificio ubicato proprio al centro della città.
Si è così concretizzata l’antico disegno  di utilizzare l'imponente costruzione per la realizzazione delle solite abitazioni ( In Italia, infatti, non si pensa ad altro e si ritiene che ogni possibilità di sviluppo possa essere favorito solo dalla costruzione di nuovi appartamenti senza tener conto, peraltro, di quelli già esistenti, sfitti, abbandonati o in una grave condizione di degrado). In un primo momento, si era pensato alla realizzazione di case di edilizia economica e popolare per consentire, così fu affermato, anche ai meno abbienti di abitare al centro della città. Ma questo disegno non fu mai completato.
Si ritenne, poi, di retrocedere l’edificio ai privati, oggetto di permuta per il “polo universitario”, per farne alloggi  per gli studenti della locale  Facoltà di Architettura. Anche questo progetto non giunse in porto.
Finalmente negli ultimi tempi il cerchio si è chiuso . La prestigiosa costruzione è stata  concessa ad una Fondazione, che trasformerà tutto l’edificio in appartamenti:  alcuni di prestigio in libera vendita sul mercato, altri in abitazioni di “housing sociale e pare una minima parte in camere per studenti.
Sono state formulate riserve circa la convenienza economica della scelta effettuata, specie per il Comune già proprietario dell’immobile che, al termine dell’operazione, potrebbe non ricavare alcun utile o, forse, rimetterci eventualmente qualcosa.  A nostro parere  il problema non è di carattere economico quanto della opportunità delle scelte fatte.
La Sezione di Italia Nostra rimane ancora convinta di quanto a più riprese  segnalato in  tempi non sospetti agli amministratori locali e agli organi di tutela. Un edificio di tale importanza, infatti, doveva   essere tutelato, così sosteneva, nella sua interezza per i valori architettonici e storico artistici  complessivi, dai ricchi saloni affrescati agli eleganti e spaziosi corridoi, dalle scalinate prestigiose all’elegante cortile sino alla luminosa facciata; tutti elementi  che contribuivano a conferire un valore emblematico di assoluto rilievo alla costruzione pur a fronte dell’abbandono indecoroso, che ha permesso  che fosse depredato e spogliato di tutte le suppellettili di pregio, consentendo , tra l’altro, lo sfondamento delle volte e la distruzione degli affreschi splendidi. Insomma un vero e proprio disastro.
La tutela integrale andava a maggior ragione assicurata per destinare l’edificio ad una utilizzazione  culturale nei modi che sarebbe stato possibile precisare, chiedendo la collaborazione di studiosi e di esperti sensibili per far diventare la prestigiosa costruzione un punto di riferimento fondamentale dell'immagine della città, contribuendo  a farle riacquistare, così, il ruolo e la funzione che le competono , favorendo, tra l’altro, lo sviluppo del turismo di qualità e della conoscenza.
Si doveva in  pratica seguire l’esempio della splendida città di Osimo, che ha saputo salvaguardare l’integrità dei prestigiosi Palazzi nobiliari di cui è ricca, in uno dei quali, proprio in questi giorni, viene ospitata l’importante Mostra “da Rubens a Maratta: Meraviglie del Barocco nelle Marche”, splendidamente curata da Vittorio Sgarbi.  Niente di tutto questo è avvenuto ad Ascoli : i prestigiosi saloni affrescati diventeranno abitazioni di lusso, le parti meno nobili abitazioni per il ceto medio o per i meno abbienti , una parte minima ospiterà qualche sparuto studente.
Si perderà comunque l'integrità dell’edificio e la memoria stessa dei grandi benefattori di Ascoli, appunto gli Sgariglia , i cui resti fremeranno sicuramente nel cimitero delle Piagge per il grande affronto arrecato alla loro nobile generosità.
Purtroppo al ruolo di Ascoli come centro culturale di eccellenza si crede solo a parole. All'atto pratico tutto poi si risolve nella realizzazione delle solite nuove abitazioni, oltre non si riesce ad andare.  Ad ogni buon conto riteniamo opportuno allegare alla presente nota quelle inviate a vari destinatari ed in particolare agli organi di tutela nel lontano 2006, confermando tutto quanto all’epoca segnalato, rinnovando in particolare la nostra perplessità circa la qualificazione come “ restauro e risanamento conservativo” dell’intervento che si sta realizzando.
Infatti, come già precisato con le note del 2006 ,  anche se “ è vero che nel frattempo il Palazzo è stato depredato delle sue più prestigiose suppellettili, che è stato abbandonato al degrado e alla spoliazione, che nessuna cura è stata posta per salvaguardarne il decoro, integra, comunque , rimane la struttura, che merita di essere conservata  nella sua totalità”.
È’ evidente che se si  stravolge  la forma e le caratteristiche per farne abitazioni più o meno di lusso “non viene conservato l’originario organismo edilizio. Quindi non si può parlare di restauro e risanamento conservativo, che prevede solo- interventi rivolti ad assicurare funzionalità all’edificio, mediante un insieme sistematico di opere, che, nel rispetto degli elementi tipologici, formali e strutturali dell’organismo stesso, ne consentano una destinazione d’uso compatibili”.
“In pratica restauro significa conservare l’organismo in volume, altezze, larghezze, forme, organizzazione strutturale. Significa rispettare gli elementi formali quali finiture e quant’altro, salvo che non si tratti di- elementi estranei-, da dimostrare in maniera esplicita”.
 Quindi per l’intervento in atto  si potrebbe parlare probabilmente di “ Ristrutturazione Edilizia” in quanto, a nostro parere, per renderlo compatibile con le nuove destinazioni- forse- sarà necessario  effettuare interventi edilizi rivolti “alla trasformazione dell’organismo attuale, mediante un insieme  sistematico di opere che determinano la creazione di un organismo nuovo in tutto o in parte significativamente diverso da quello precedente”.
La segnalazione che viene effettuata intende in primo luogo , come già avvenuto per gli interventi realizzati nella lottizzazione di Via Firenze o del Complesso Ex-Unes, confermare anche “a futura memoria”  la nostra contrarietà all’operazione, ripetendo che con le scelte fatte la città si priva della possibilità di utilizzare uno spettacolare contenitore per attività che  avrebbero esaltato la sua immagine , quale prestigioso luogo d’arte. In pari tempo perché venga acclarato se possa trattarsi effettivamente di “restauro e risanamento conservativo” o di altro tipo di intervento, come a noi sembra.
Precisando , quindi, se, sulla base di questa eventuale  differente configurazione dell’intervento in atto, risulta rispettato  quanto previsto dall’art. 10 del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio ed , in particolare, se quanto realizzato rientra nella fattispecie degli interventi vietati di cui al successivo articolo 20 che così recita: “I Beni culturali non possono essere distrutti, danneggiati o adibiti ad usi non compatibili con il loro carattere storico o artistico oppure tali da recare pregiudizio alla loro conservazione”.

 
    
 

                                                            Palazzo Sgariglia


Lettera del 4 marzo 2006 (Richiesta per l'inserimento nell'elenco dei beni culturali del Palazzo Sgariglia)

Lettera del 20 marzo 2006


IL Presidente della Sezione
Prof. Gaetano rinaldi
 
 

                      

 

giovedì 31 ottobre 2013

Gli Incontri di Italia Nostra



Gli Incontri di Italia Nostra

Giovedì 7 novembre-Ore 18.00- Libreria Rinascita, Ascoli Piceno.


 Le vie del Pellegrinaggio: una risorsa culturale

 Le vie del Pellegrinaggio rappresentano un importante Risorsa Culturale, a condizione che se ne riscoprano le testimonianze per troppo tempo  in gran parte dell'Italia abbandonate nel sonno dell'oblio e della dimenticanza o in una condizione di degrado intollerabile.
 Quindi individuazione dei sentieri, dei luoghi di ristoro e pernottamento, delle cappelle e pievi, delle Abbazie, delle mete più importanti: da Loreto  ad Assisi, da Roma al Gargano, dall'Italia a Gerusalemme.
 In Spagna si sono mossi per tempo e bene. Così il Cammino per San Giacomo di Compostela richiama annualmente migliaia di “pellegrini”, che a piedi percorrono gli antichi sentieri, pernottano nei caratteristici ostelli, incontrano amici che vengono da tutto il mondo per raggiungere la meta dove riposano le spoglie mortali di San Giacomo.
Le immagini di Claudia De Miguel consentiranno di effettuare con lei questo percorso iniziatico e ci indicheranno, forse, cosa e come fare per riscoprire le nostre “ vie”.
Quello che ha già fatto Andrea Maria Antonini, Assessore alla Cultura della Provincia di Ascoli Piceno.
 Con la riscoperta del Cammino Francescano della Marca, con il percorso a piedi da Assisi ad Ascoli Piceno, sino all'Ospitium di Sant'Ilario che dava ristoro ai pellegrini diretti a Loreto, a Roma, al Gargano.
L' incontro permetterà, forse, di farci comprendere l'importanza della valorizzazione di questa importante Risorsa Culturale del nostro paese e della necessità di farla riemergere dal deplorevole
stato di dimenticanza in cui da tempo giace.

Il Presidente della Sezione
Gaetano Rinaldi
 
 
 

mercoledì 10 luglio 2013

L'area ex- CARBON : dall'opzione culturale alla proliferazione edilizia.


 
La vicenda dell'area Ex Carbon e le modalità in cui si sta concludendo meritano indiscutibilmente un approfondimento, una valutazione sulla congruità ed opportunità delle decisioni che si stanno
assumendo, una disamina ed illustrazione delle altre "opzioni" possibili.
Appare opportuno preliminarmente accennare alla lunga storia dell'importante insediamento industriale che, insieme a molti posti di lavoro, aveva creato notevoli problemi di vivibilità per la comunità ascolana per i consistenti livelli di inquinamento procurati. Livelli addirittura aumentati quando circa 25 anni or sono il Consiglio Comunale Cittadino, improvvidamente e senza tener conto della destinazione urbanistica dell'area (servizi sportivi e verde) aveva autorizzato l'ampliamento dell'insediamento industriale con l'attivazione di processi di lavorazione ancora più inquinanti ed impattanti. Seguì un periodo di forti contrasti nella città, con petizioni, manifestazioni e quant'altro. Era il periodo quando nella città pioveva letteralmente la pece. Fatto sta che gli impianti furono costretti alla utilizzazione di adeguati impianti di filtraggio dei fumi di scarico per ridurre o eliminare del tutto l'inquinamento ( il cosiddetto depuratore RE-THERM ).
Poi man mano gli operai incominciarono ad essere licenziati, fino al punto in cui l'impianto fu completamente chiuso.
Rimaneva, peraltro, il problema dell'inquinamento presente in maniera rilevante nell'area di
insediamento dello stabilimento e molto probabilmente anche in quella circostante.
A parere dei più la bonifica e la messa in sicurezza dovevano essere effettuati dai responsabili dell'inquinamento sulla base del fondamentale principio che "chi inquina paga".
E' successo, invece, che imprenditori locali sono subentrati alla società responsabile dell'inquinamento, accollandosi l'onere della bonifica e della messa in sicurezza dell'area.
E' probabile che il prezzo pagato per tutta l'area di circa 25 mila metri quadri ( sembra quattro milioni e mezzo di Euro) sia stato determinato tenendo conto di questo onere supplementare.
Differentemente, infatti, il prezzo da pagare sarebbe stato sicuramente maggiore, tenuto conto della
posizione dell'area, proprio al centro del tessuto urbano cittadino. La differente valutazione del valore dell'area e l'assunzione di un onere supplementare presupponevano probabilmente il cambio della destinazione urbanistica del sito, con la previsione di un sostanziale incremento degli spazi destinati alla residenzialità e alle attività commerciali, rispetto al verde sportivo previsto dal vecchio strumento urbanistico.
Questo cambiamento di destinazione avrebbe favorito, infatti, un rilevante aumento del valore
dell'area, consentendo, così, con la rendita derivante di poter provvedere alla copertura delle spese
occorrenti per l'opera di disinquinamento. Senza dimenticare naturalmente la possibilità di poter
usufruire di eventuali finanziamenti pubblici per lo svolgimento di questa operazione indispensabile.
(Non va dimenticato che questa scelta presenta indiscutibili elementi di criticità. Infatti, come sostenuto dall'Ing. Rolando Mariani, se questo principio si dovesse affermare in tutta Italia, per costruttori o eventualmente speculatori basterebbe assicurarsi il possesso di terreni inquinati, per ottenere dalle Amministrazioni Comunali il cambio di destinazione dell'area, magari da agricoli ad edificabili, per procurarsi le risorse per il disinquinamento oltre ad altri benefici economici più o meno rilevanti. E ciò potrebbe accadere anche nella aree campane dove sono stati interrati rifiuti super inquinanti delle fabbriche del nord. Evidentemente un processo inaccettabile e pericoloso!).
Comunque è ' proprio quello che è successo in pratica ad Ascoli. Infatti il Consiglio Comunale cittadino ha ritenuto di approvare un Piano di Riqualificazione Urbana (PRU), che somiglia, come afferma on.le Agostini “ molto più ad una mega speculazione edilizia, nel cui piano finanziario, inoltre, compaiono somme smisurate e sospette destinate a consulenze e progettazioni".
E' indiscutibile che la scelta effettuata, al di là dell'aspetto ambientale, presenta dei sicuri elementi di criticità per quanto riguarda la valutazioni economiche riguardanti la complessiva organizzazione della struttura urbana della città.
La realizzazione di una lottizzazione che prevede in sostanza la creazione di un vero e proprio nuovo quartiere cittadino con la costruzione di 350 mc di nuovo edificato per circa 1400-1500 appartamenti e non meno di 4500 nuovi abitanti, a cui vanno aggiunti gli operatori impegnati nel Polo Tecnologico, se mai verrà realizzato, e nel centro commerciale, a cui sembra sia destinata un'area di circa 7000 mq, determinerà di sicuro un' ulteriore riduzione della forza d'attrazione del centro storico cittadino, il sicuro decremento del valore dei tanti edifici ed abitazioni già in atto sfitti e non occupati , un incremento esponenziale delle spese occorrenti per fornire servizi adeguati (stradali e d'altro genere) al nuovo quartiere cittadino.
Insomma proprio le tante tipiche diseconomie procurate dalla progressiva proliferazione edilizia che
mai vengono prese in considerazione, tanto il conto la paga poi Pantalone, quando tutto è fatto.
Ben altre erano state le proposte formulate da Italia Nostra, che evidentemente non sono state prese
in considerazione. Infatti, a fronte di coloro che, non a torto, sostenevano che l'area della Ex Carbon dovesse essere destinata nella sua interezza a verde, così come previsto peraltro dal Piano Regolatore Vigente, in modo da dotare la città di un Parco Urbano di cui è drammaticamente privo (e in proposto appare opportuno ricordare la precedente lottizzazione del Pennile di Sotto e le altre costruzioni realizzate nell'area contigua al Giardino dell'Istituto Tecnico Agrario, ormai ridotto ai minimi termini, consentendo che si commettesse" un crimine", che, come affermato dal Prof Cervellati, non si sarebbe mai dovuto compiere), Italia Nostra, in forma collaborativa , aveva proposto per l'area Ex - Carbon soluzioni tali da consentire di farla diventare un vero e proprio laboratorio per lo sviluppo e l'affermazione dell'opzione culturale che è l'unica che potrebbe a nostro parere offrire solide prospettive di sviluppo alla città.
L'opzione della proliferazione edilizia è invece sicuramente perdente ed è in sostanziale contrasto con la scelta del "consumo zero" del territorio che deve essere la nostra meta e l'obiettivo da raggiungere. Infatti si è costruito già tanto in Italia e ad Ascoli e, d'ora in poi, è indispensabile dedicare tutte le energie e risorse alla irrinunciabile opera di recupero e restauro ambientale ed urbano.
Oltre tutto questo tipo di scelta permetterebbe il coinvolgimento di molti tecnici, di tante imprese,
rispetto ai pochi coinvolti in una singola mega lottizzazione, oltre a salvaguardare il valore e gli
interessi dei proprietari degli edifici preesistenti e la sopravvivenza degli esercizi commerciali, specie del centro storico, in una situazione di crisi sempre più grave.
A "FUTURA MEMORIA" riteniamo, pertanto, per evitare che, a cose fatte, quando i danni si saranno prodotti non si possa dire che le Associazioni di tutela e culturali non hanno fatto sentire la propria voce, di dover ancora intervenire sull'argomento, allegando a questa nota copia delle proposte già per tempo formulate e di cui purtroppo non si è tenuto conto alcuno.


ll Presidente della Sezione

(Prof Gaetano Rinaldi)

 
 
                                                       L'area   Ex- CARBON
 
 
 
 
 
                                        
                                               L'area in progetto - Ex- CARBON

 
 
 

 


sabato 1 giugno 2013

IL CENTRO STORICO DI ASCOLI PICENO “ALLA SCOPERTA DELLE OASI NASCOSTE"(Gli orti murati medioevali - l’Hortus Conclusus)



Fidapa e la Sezione di Ascoli Piceno di Italia Nostra, con il patrocinio della Regione Marche, della Provincia e del Comune di Ascoli Piceno e con il sostegno della Camera di Commercio di Ascoli Piceno, sono liete di invitarvi domenica 9 giugno 2013, al seguente evento: IL CENTRO STORICO DI ASCOLI PICENO “ALLA SCOPERTA DELLE OASI NASCOSTE (Gli orti murati medioevali – l’Hortus Conclusus) TRA ARCHITETTURA DEL MEDIOEVO E DEL RINASCIMENTO


PROGRAMMA
Mattino: L’antico quartiere di “San Jacobo” (San Giacomo)

Ritrovo ore 9,30 presso lo slargo del Lavatoio seicentesco di Borgo Solestà – Ore 10,00 partenza per la passeggiata che si concluderà in Piazza del Popolo intorno alle ore 12,30/13,00.

Pomeriggio: L’antico quartiere di “Sant’ Emidio”

Ritrovo e partenza ore 16,00 da Piazza del Popolo per la visita che si concluderà intorno alle 18,00/18,30 nella zona della “Piazzarola”.

La partecipazione naturalmente è libera e non occorre prenotazione. Sarebbe, comunque, opportuna una comunicazione telefonica o sms ai numeri sotto indicati per una valutazione di massima del numero dei potenziali partecipanti (per chi eventualmente giunga da fuori il parcheggio pubblico più vicino è quello dell’ex-Gil raggiungibile tramite la circonvallazione Nord, a 10 minuti a piedi dal luogo del ritrovo).

Per info n. cellulare 348 8817116 - 338 8443558

La finalità dell’iniziativa è naturalmente quella di conoscere, grazie alla disponibilità dei privati proprietari, luoghi di solito non accessibili, gli orti conclusi, e di scoprire gli spazi urbani che li circondano con le loro stratificazioni architettoniche di epoca medioevale, rinascimentale ed anche successiva.

Al riguardo occorre specificare che nell’ambito del centro storico di Ascoli è difficile, se non impossibile, fare una gerarchia di valori tra i singoli episodi architettonici ed urbani che lo costituiscono. Se al suo interno, difatti, troviamo certamente spazi e complessi storico-architettonici di particolare emergenza e rilievo, è altrettanto vero che ogni piazza, ogni palazzo od edificio, ogni via, ogni rua (dal latino “ruga”: solco), con le loro testimonianze del periodo romano, medioevale, rinascimentale, sei-settecentesco e dell’ottocento, costituiscono nel loro insieme un peculiare “Unicum”, tanto da far affermare a Jean Paul Sartre che “passeggiare per Ascoli è come sfogliare un libro di storia dell’arte”.

Una realtà ben colta da tanti illustri esponenti della cultura italiana di livello internazionale (es. Cesare Brandi, Mario Luzi ed altri) e che Guido Piovene sintetizzò magistralmente nel suo “Viaggio in Italia” del 1956, laddove nelle pagine dedicate al centro piceno dice: “Di Ascoli non si può dire nulla di speciale se non che è” una delle più belle delle città piccole d’Italia”; e se per esigenze di spazio dobbiamo tralasciare la sua meravigliata descrizione delle atmosfere e suggestioni in lui suscitate dalla scoperta degli innumerevoli aspetti della città, non possiamo però non riportare quelle parole: “il suo incanto (del centro storico, ndr) viene da nulla e da tutto”, che bene rendono l’idea dell’”Unicum” di cui si parla sopra e del quale gli orti murati, le cui recinzioni disegnano il fitto dedalo delle caratteristiche rue, sono uno degli elementi fondanti.

La nostra finalità, come detto in premessa, è di fare conoscere questi beni che connotano in modo particolare il centro storico di Ascoli. Purtroppo in passato non pochi di questi orti sono andati persi per varie cause (apertura vie, edificazione, e negli ultimi anni trasformazione in rimesse per auto con squarci sui loro muri di cinta). D’altra parte è ampiamente constatabile che Ascoli, in ambito nazionale, ha subito e subisce tuttora un “immeritato” gap di conoscenza del suo patrimonio storico architettonico rispetto ad altre analoghe realtà ben più note, e che la città, solo in questi ultimi tempi, ma con “larga fatica” e molto lentamente, sta tentando di colmare. Ma solo la conoscenza e la tutela di tutte le componenti del suo unicum storico-architettonico (orti murati inclusi) può essere di forte impulso per una efficace valorizzazione che le permetta di raggiungere il posto che le compete tra le più note città d’arte del Bel Paese


lunedì 20 maggio 2013

Gli incontri di Italia Nostra


 
Con l'incontro del 22 maggio presso la Libreria Rinascita La Sezione vuole ancora una volta tornare sul tema dei Distretti Culturali e sull'importanza che la loro eventuale realizzazione, peraltro alquanto improbabile in un paese che sembra incapace di adottare provvedimenti di tipo sistemico che mettano al primo posto i valori della " tutela, conservazione e compatibile fruizione " di tutte le Risorse Culturali del territorio, potrebbe assumere per rendere più competitivo il paese nella sfida della "globalizzazione".
La strategia dei "Moduli" , adottata dalla Sezione , peraltro, potrebbe rivelarsi lo strumento fondamentale per rompere il " muro di gomma" della incomprensione e, talvolta, dell'avversione e accendere l'interesse e , se possibile, l'entusiasmo degli amministratori e di tutti i "portatori d'interesse".
La presentazione, da parte degli autori Narciso Galiè e Gabriele Vecchioni ( che arricchiranno l'esposizione con la proiezione di numerose diapostive e di un filmato), del volume dedicato agli Eremi di Colle San Marco, Natura, Storia, Tradizioni, e pubblicato a cura dell'Uplea, contribuirà alla conoscenza dei valori eccezionali di uno degli otto Parchi Culturali del Ambientali, di cui la Sezione propone la realizzazione, nell'ambito della strategia adottata.

Il 31 maggio si chiude il primo esperimento del viaggio alla scoperta dei Tesori della Città delle Cento Torri. Alle ore 17.00 l'appuntamento è presso Il Museo della Ceramica per visitare insieme ai preziosi materiali custoditi nel Museo il Chiostro del Tempio di San Tommaso, un vero e proprio Tesoro ritrovato sotratto, con un sapiente restauro, allo stato di degrado in cui ignobilmente versava.
Alle ore 18.00 Guido Biondi assisterà gli intervenuti nella visita al Tempio di San Tommaso, uno degli edifici monumentali più preziosi della città di Ascoli.
La visita è stata resa possibile dalla generosa disponibilità di Don Giuseppe Sergiacomi.


Scarica il pdf con il programma


lunedì 22 aprile 2013

Gli incontri di Italia Nostra - Sabato 4 Maggio



GLI INCONTRI DI ITALIA NOSTRA


Sabato 4 Maggio 2013 0re 18.00

Sala Conferenze - Libreria Rinascita


Presentazione del libro:

 


di  Francesca Romana Rinaldi e Salvo Testa



Integrare etica ed estetica nella filiera.



Un nuovo modo di produrre per superare le crisi







Introduce: Antonio D’Isidoro (Università di Macerata)
 Sarà presente l’autrice: Francesca Romana Rinaldi (Università Bocconi)



Intervengono:



Clelia Traini (Presidente Fondazione F.C.T)

Alessandro Butta (Cooperativa Agricola “La Campana” di Montefiore dell’Aso)

Gaetano Rinaldi (Consigliere Nazionale di Italia Nostra)


mercoledì 27 marzo 2013

INIZIATIVE CULTURALI. GLI INCONTRI DI ITALIA NOSTRA



        

    VISITE ALLE OPERE DEI MUSEI CITTADINI.

 
Si propongono Due Visite alla Pinacoteca Civica e alla Galleria d’Arte Contemporanea  con l’assistenza del Chiar.mo Prof. Stefano Papetti.
Si tratta dell’inizio di una collaborazione con il professore che con questi due incontri ci consentirà di approfondire la conoscenza e comprensione di alcune importanti opere d’arte, con riferimenti all’epoca in cui  sono state realizzate, alla loro origine e significato, alla loro attualità.
Quindi un nuovo modo di visitare  i Musei e l’inizio di un percorso innovativo che man mano ci consentirà di scoprire i valori più significativi del patrimonio artistico del nostro territorio.
 
Primo Incontro 5 aprile Ore 17.00.  PINACOTECA Civica di Ascoli Piceno.
“ Il Francescanesimo ad Ascoli Piceno. Il Piviale di Niccolò IV”.
Secondo Incontro 10 maggio Ore 17.00.Galleria di Arte Contemporanea.
 " Amalassunta e Angeli Ribelli”.
Il Chiar.mo Prof. Papetti ci guiderà con la sua proverbiale  competenza e il calore dell’esposizione alla scoperta di opere di grande valore che nobilitano le Raccolte d’arte di Ascoli.
Per le due visite vale un Biglietto unico, a prezzo scontato  per gli iscritti di Italia Nostra.

 

 
 
GLI INCONTRI DI ITALIA NOSTRA
  
       MARTEDI 16 APRILE- LIBRERIA RINASCITA . ORE 18.00
 
  Da notizie di stampa abbiamo appreso che nei prossimi giorni verrà resa pubblica la Variante al PRG di Ascoli e che il 23 la stessa verrà illustrata alle Associazioni Culturali cittadine.
      Tenuto conto di ciò, abbiamo ritenuto di rimandare ad altra data l'Incontro  del 16 aprile.

  

    SABATO 4 MAGGIO LIBRERIA RINASCITA. ORE 18.00

Presentazione del Volume:“L’IMPRESA MODA RESPONSABILE. INTEGRARE ETICA  ED ESTETICA  NELLA  FILIERA”.

 Introduzione del Prof. Antonio D’Isidoro

Intervento dell’autrice Francesca Romana Rinaldi dell’Università Bocconi di Milano.