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venerdì 29 giugno 2012

La raccolta differenziata: dalla rottamazione al riuso.

Il progetto “Il Libro ritrovato” ad Ascoli: la riutilizzazione dei libri altrimenti  destinati al macero.

     Capannori, un comune della  civile Toscana, si distingue per le pratiche virtuose adottate nel campo della raccolta e riutilizzazione dei rifiuti.
     Questo comportamento, oltre a consentire la riduzione del carico fiscale per le tasche dei  fortunati cittadini, ha anche permesso  un rilevante attivo per le finanze comunali e quindi la disponibilità di notevoli risorse utilizzabili per le esigenze della comunità.
     E’  lecito  chiedersi  se gli amministratori di Capannori  abbiano potuto ottenere questi strabilianti risultati perché dotati di un’intelligenza superiore o almeno pari a quella di Leonardo, loro grande  corregionale .
     Niente di tutto questo. Si è trattato di semplice buon senso, di un minimo di onestà intellettuale, del superamento di quelle condizioni, che alcuni fanno dipendere dalla cosiddetta “ sindrome dei pensionati mentali ”,  che  bloccano ogni tentativo di abbandonare le vecchie abitudini  e le incrostazioni degli interessi corporativi.
   Cosa ha fatto di particolare il comune di Capannori ? Semplice. Oltre a incrementare la raccolta differenziata, ha creato un centro dove vengono conferiti i materiali ingombranti( dai vestiti ai mobili, dagli elettrodomestici ai televisori), che invece di essere abbandonati in discarica, determinando un costo per lo smaltimento, vengono, da una cooperativa sociale( dove lavorano 120 unità in gran parte potute assumere per la riduzione dei materiali conferiti in discarica e per i conseguenti minori oneri),  ristrutturati per essere reinseriti nel mercato o mediante la vendita o mediante la concessione gratuita alla fasce più deboli della popolazione.
   Si ottengono in questo modo due effetti economici positivi: da una parte si riduce l’entità dei rifiuti conferiti in discarica ( con notevole  riduzione dei costi per  la gestione delle discariche stesse),. dall’altra il Comune  riduce le proprie spese occorrenti per sostenere i cittadini meno abbienti, a cui vengono forniti in natura  mobili e quant’altro, riducendo così la  fornitura di aiuti con i metodi tradizioni che avrebbe comportato l’esborso di somme non indifferenti a carico del bilancio comunale.
   Quindi tutto semplice e lineare. Eppure  gli altri comuni dormono sonni profondi e nulla fanno per cambiare strategie, evitando di riempire sempre di più le discariche, che poi nessuno vuole vicino a casa propria, salvo favorire, poi, una proliferazione edilizia indiscriminata per procurarsi risorse evanescenti con gli oneri di urbanizzazione.
   Ora  anche il Comune di Ascoli sembra che voglia dare un primo segnale positivo  nel senso della riutilizzazione  di  oggetti differentemente destinati alle discariche o  alla distruzione.
Infatti l’Associazione Culturale Form-Art di Pescara ha ritenuto di estendere anche nel Territorio della città delle cento torri il progetto, denominato “Il Libro Ritrovato”, che si è classificato al terzo posto tra migliaia di concorrenti nel concorso nazionale “Giovani Protagonisti”, indetto dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento della Gioventù, con un finanziamento di Euro 90.000,00.
   Il progetto prevede la raccolta differenziata dei libri depositati dai cittadini in contenitori ben identificati, posti in punti strategici della città e del territorio e la loro successiva selezione e catalogazione.
   Questa operazione evita che i libri vadano al macero e vengano invece ricapitalizzati per far nascere biblioteche negli ospedali, nei piccoli Comuni montani e del’entroterra, per creare postazioni di prestito gratuito nei quartieri, nei parchi cittadini ( dove esistono), nelle case di riposo, nei centri di accoglienza, nelle fabbriche.
   Aderendo a questa proposta  il Comune di Ascoli dovrebbe semplicemente prevedere la sistemazione di appositi contenitori da posizionare in luoghi adeguati per la raccolta di libri; coinvolgere l’Azienda incaricata della raccolta del pattume per il trasporto dei libri in un apposito locale a piano terra, reperito dal Comune, da adibire a magazzino per la differenziazione che verrà effettuata dagli incaricati dell’Associazione tra i libri da riutilizzare e quelli da inviare al macero.
  Insomma sarebbe il primo timido passo anche del nostro comune verso l’obiettivo dei “ rifiuti zero”.
  Siamo certi che l’adesione  all’iniziativa del “Libro ritrovato” verrà ufficializzata , dando così avvio ad  un  percorso di civiltà , che consentirà, oltretutto, sia di  produrre effetti positivi per le casse del comune  sia  di ridurre il carico fiscale per i cittadini.

                                                      Il  Presidente della Sezione di Italia Nostra
                                                                    ( Prof. Gaetano Rinaldi)

lunedì 11 giugno 2012

Una architettura rurale di fronte al Centro Commerciale L’Oasi… da salvare

Continua, ininterrotta, la scomparsa della preziosa architettura rurale che contribuiva, con  il suo elegante profilo, a consolidare l’armonica e dolce immagine della campagna picena.
   Si attende, sovente, che le mura si sbriciolino e i tetti cadano per costruire accanto edifici anonimi o pretenziose villette.
   Nessun effetto ha prodotto il PPAR regionale, che pure ha riconosciuto l’esigenza di tutelare e conservare l’intero territorio delle Marche come un bene storico-culturale, nel cui ambito assumono un particolare rilievo  le case rurali.
   Un esempio eclatante di questa condizione indecorosa è rappresentato dallo splendido edificio, che appare in condizione di estremo abbandono e degrado e ormai prossimo al probabile definitivo crollo, ubicato proprio di fronte al Centro Commerciale “L’Oasi  alle porte di Ascoli Piceno, nel cuore della Valle del Tronto, una volta fertile e ricca di una  lussureggiante vegetazione.
 La costruzione segnalata rappresenta  un esempio di quella che doveva essere una volta tutta la campagna picena, con i campi coltivati e al centro le case coloniche, luogo di riposo, di deposito degli attrezzi di lavoro, di  ambienti per  ritrovarsi tutti insieme per consumare i pasti, per custodire gli animali.




 La costruzione che si distingue per  la sua forma non lineare mossa e pure armonica, con una torre centrale, probabile colombaia, e ambienti aggiunti probabilmente in periodi successivi, conserva comunque una commovente eleganza e un fascino fuori dal tempo.
  La tutela  di questo edificio appare pertanto irrinunciabile per consentirne la conservazione e per evitare che  si permetta la distruzione di una preziosa testimonianza della civiltà contadina ancora presente nel territorio.
 Perché si possa conseguire questo obiettivo sarà necessaria, peraltro, la feconda collaborazione  tra il Soprintendente per i Beni Culturali e Paesaggistici delle Marche, la Regione e il Comune di Ascoli Piceno per dare avvio al Procedimento di Dichiarazione dell’interesse Culturale di questo bene ai sensi dell’art.14 del D. Lgs. 22 gennaio 2004, n.42 ( Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio ), dovendosi  riconoscere che l’edificio segnalato, di proprietà privata, sia sicuramente da comprendere tra i beni culturali di cui all’art. 2, comma 2 del citato Codice , presentando l’interesse artistico ed etnoantropologico particolarmente importante di cui alla lettera a) comma 3 dell’art.10 e quindi meritevole della dichiarazione   di cui al successivo art. 13, tenendo presente anche  quanto affermato dal punto 4 dello stesso art.  lettera l) che comprende tra i beni culturali “ le architetture rurali aventi interesse storico od etnoantropologico quali testimonianze dell’economia rurale tradizionale “( e non si vede un esempio, nel territorio piceno, più pertinente di quello segnalato )".
Non va dimenticato, al riguardo, che l’avvenuta Dichiarazione consentirà l’applicazione di quanto disposto dall’art. 20 del Codice che dichiara che "i beni culturali non possono essere distrutti, danneggiati o adibiti ad usi non compatibili con il loro carattere storico o artistico oppure tali da recare pregiudizio alla loro conservazione ”.
Siamo certi, per questo, della concorde collaborazione ed impegno per salvare dalla distruzione  l’edificio in questione per consentire che, nella mastodontica proliferazione edilizia che ha quasi completamente distrutto il mitico paesaggio agrario della fertile Valle del Tronto, rimanga questa residua testimonianza di un’antica civiltà.   

                                          Il Presidente della Sezione di Italia Nostra

                                                     ( Prof. Gaetano Rinaldi )